venerdì 20 agosto 2010

La quarta verità di Iain Pears.




La quarta verità è un libro assolutamente imperdibile.
E io me lo stavo per perdere! L'incontro fortunato con Pears è stato, infatti, puramente casuale. Il pomeriggio prima di partire per le vacanze ho dato il mio ultimo esame e prima di tornare a casa sono passata dalla Feltrinelli per comprare Io sono un gatto, un po' per festeggiare il superamento dell'esame e un po' in vista delle giornate di ozio che mi aspettavano. Ma il fato ha voluto che il libro di Soseki fosse esaurito.
All'aeroporto mi sono quindi imbattuta in questo librone che per prima cosa mi ha affascinata per il suo rapporto pagine/prezzo. Perchè visti i chili di carta che divoro al giorno devo stare attenta anche a questo tipo di rapporto economico! 764 pagine a circa 8 euro mi hanno immediatamente conquistato. Ovviamente esagero... lo sanno tutti che le dimensioni non contano... ehmm, ah si la trama!


La quarta verità è un giallo storico. Nel 1663 al New College di Oxford, il docente ed ecclesiastico Robert Grove viene assassinato. Viene incolpata una giovane serva, bella e già considerata dalla comunità una strega, che dopo un rapido processo viene impiccata e arsa sul rogo. E qui potrebbe finire il romanzo.
Invece no, le vicende legate all'omicidio sono raccontate ben quattro volte da quattro diversi personaggi. Sono quattro verità, ognuna smentisce l' altra e nello stesso tempo aiuta a dissolvere la nebbia che aleggia su Oxford. Personalmente credo che in realtà esista una "Quinta Verità", che corrisponde alla ricostruzione che alla fine il lettore elabora indipendentemente, ma non voglio anticiparvi nulla.

Siamo nell'Inghilterra della seconda metà del XVII secolo un momento di grande fermento politico, scientifico, filosofico e religioso. In secondo piano emergono personaggi storici reali: il fisico Robert Boyle, il filosofo John Locke, l'architetto Christophen Wren, il medico Richard Lower e tanti altri.
Il modo di descrivere contesto e ambientazione rendono realistico e affascinante il romanzo. L'autore riesce a rendere la sensazione di oscurità e pesantezza di una nazione martoriata dalla guerra civile, cha ha visto la sconfitta di Cromwell e che ancora vacilla sotto la nuova Restaurazione monarchica.
Per dare ancora maggiormente una prospettiva realistica al lettore, Pears ci fa entrare, grazie alle narrazioni in prima persona, nella chiusa mentalità  seicentesca fatta di gentiluomini, professori universitari, ecclesiastici e povera gente.
Infatti, i veri protagonisti sono i quattro narratori, un gentiluomo veneziano, un giovane studente, un matematico e crittografo e per ultimo, detentore della quarta verità, un umile storico. Ognuno ha la sua storia personale da raccontare e lo fa intrecciandola con il fulcro del romanzo, l'omicidio.
L'abilità di Pears è quella di modellare e plasmare lo stile del racconto in base alla personalità del differente narratore. L'opera sembra realmente scritta da quattro mani differenti!

E ora arrivano le note dolenti. La quarta verità, cioè l'ultima, mi ha lasciata spiacevolmente sorpresa. Non voglio spoilerare, ma dopo 500 pagine di ricostruzione storica precisa e puntuale, dopo l'intreccio di mille storie e avvenimenti, Pears mi cade su (non so neanche io come chiamarla) una specie di follia religiosa.
Non aggiungo altro, dovrete leggerlo per capire cosa intendo!

In ogni caso un romanzo da non perdere: originale, scorrevole, coinvolgente.
Che ne dite lo provate?

F

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